Bonomi Carla, Oltre il cancello... intense emozioni
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- Categoria: ESPERIENZE
- Pubblicato Sabato, 30 Agosto 2008 08:42
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Varcare il cancello dell’ospedale, era ogni volta un’esperienza nuova ed emozionante.
Il cancello rappresentava, una sorta di confine tra due modi di vivere la vita... due mondi diversi: il mondo della “libertà”, dove ognuno decide quando e cosa fare ed il mondo “dei diversi”, di quelle persone chiamate e classificate come pazienti psichiatrici.
In questo mondo l’agire di ogni persona è condizionata da scansioni precise di orario alle quali non può sottrarsi, dalla coabitazione con altri ospiti che non ha scelto.
I pazienti psichiatrici possono essere brutalmente maltrattati o assurdamente coccolati, privati dei più elementari bisogni e diritti umani o fornite di più beni, servizi di quanti non siano concessi alle persone ordinarie.
Aldilà di tutte le cose che i pazienti psichiatrici possono ottenere, c’è qualcosa che forse non avranno mai: il rispetto d’essere considerati semplicemente come esseri umani.
Niente di meno e niente di più.
L’esperienza che voglio comunicare, nasce all’interno del reparto di un ospedale psichiatrico pugliese, dove per la prima volta è stato svolto un intervento musicoterapico.
L’azione musicoterapica è nata con la convinzione che la musica sarebbe stata uno strumento, un veicolo privilegiato, per realizzare un buon rapporto, per costruire una relazione “buona” con alcuni ospiti della struttura.
La Direzione Generale dell’Ente, tenendo conto del parere favorevole espresso dal Direttore Sanitario, ha accolto favorevolmente la richiesta per lo svolgimento dell’intervento musicoterapico, incaricando lo stesso alla designazione di un tutor, un medico, che mi ha seguita per tutta la durata dell’esperienza.
La mia gioia fu grande! Però, quando mi sono inserita in questa realtà, ho dovuto ben presto imparare a “sapermi muovere dentro... la confusione organizzativa”, il rimando da un operatore all’altro...
Questa situazione caotica, più di una volta, mi ha quasi “spiazzata”, ma ho resistito perché credevo in ciò che facevo e soprattutto perché avevo captato già piccoli risultati positivi.
Ho cercato quindi di adeguarmi, di volta in volta, agli imprevisti e portare a termine l’intervento musicoterapico, riuscendo ad ottenere risultati soddisfacenti.
Carla Bonomi
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