Pasinetti Sandra, Dalla teoria alla prassi… musicoterapica
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- Categoria: ESPERIENZE
- Pubblicato Lunedì, 14 Marzo 2011 08:24
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L’intervento musicoterapico é stato realizzato presso il Centro-socio-educativo (C. S. E.) della Valle Sabbia, ossia un servizio di “ospitalità diurna e assistenza qualificata” a soggetti portatori di handicap con notevoli compromissione nell’autonomia e nelle funzioni di base che si pone le seguenti finalità prioritarie:
- elaborare “programmi educativi che siano sempre più vicini ai bisogni e alle esigenze personali degli utenti”;
- realizzare “progetti educativi individuali orientati al miglioramento delle qualità della vita”, considerando che, “per qualità della vita si intende il grado di autonomia, di realizzazione personale e di integrazione sociale di una persona”;
- attuare “interventi mirati e personalizzati atti all’acquisizione e al mantenimento dicapacità comportamentali, cognitive ed affettivo-relazionali, ricercando risorse e potenzialità dell’utente che consentano di proporre risposte adeguate ad ogni singola persona”;
- individuare e valorizzare le abilità e le capacità personali, che dovranno essere mantenute e potenziate in relazione agli interessi, alle motivazioni ed alle specificità di ogni singolo individuo;
- sostenere e supportare le famiglie;
- sollecitare all’ “integrazione sociale degli utenti, rendendo attuabile la frequenza di strutture esterne, sportive e sociali, e di realtà territoriali circostanti”[1].
Il progetto educativo individualizzato è la risultante di un lavoro di équipe costituita da un neuropsichiatra, una psicologa, i coordinatori e gli educatori che operano nel servizio. In questo lavoro di équipe le rilevazioni-valutazioni, effettuate attraverso una prima fase di osservazione partecipe che vede il coinvolgimento dell’educatore nella situazione educativa, vengono integrate ed assemblate in base alle specifiche aree di abilità mostrate dalla persona e alle adeguate attività organizzate dal servizio. L’intervento musicoterapico “di contatto sonoro-musicale” può assumere una valenza complementare e/o integrativa rispetto alle attività di tipo socio-riabilitativo proposte nel progetto educativo del C.S.E. perché si riferisce a situazioni in cui lo sviluppo di determinate abilità di base e di autosufficienza viene subordinato al recupero socio-emozionale della persona. L’intervento musicoterapico di contatto sonoro-musicale è stato attuato nell’ambito di una significativa compromissione delle abilità socio-emozionali, con particolare riferimento alle abilità relazionali di base che risultavano minime a causa dell’insorgere di numerose dinamiche di rifiuto e di isolamento attuate dalla persona nei confronti di ogni proposta-invito esterno.
Dove, come e… quando
L’intervento, iniziato nel Settembre 1998, prevedeva una durata complessiva di due anni con termine nel novembre 2000 ma l’assenza definitiva dal servizio di Simona (nome di fantasia, in ottemperanza alla legge della privacy) ha causato una conclusione improvvisa dell’esperienza nel novembre 1999. La progettazione iniziale era articolata in 75 incontri, mentre effettivamente ne sono stati esperiti solo 57 dei quali 3 per la fase di osservazione e 54 per la fase di contatto. Da questi incontri sono esclusi quelli di osservazione ambientale per la ricognizione acustica dei luoghi maggiormente esperiti dalla persona, avvenuti durante la fase di ricerca, la quale è stata organizzata in 3 momenti settimanali di 30’/45’ e per una durata di circa 20 giorni. Gli incontri inizialmente avevano una cadenza settimanale, per una durata prevista fino a 30’, per la fase di osservazione e fino a 45’, per la fase di contatto sonoro-musicale. La frequenza degli incontri, da settembre 1999, è aumentata al fine di poter intensificare l’intervento e rendere meno instabile il livello di integrazione spaziale dimostrato da Simona.
L’équipe di lavoro
La realizzazione di questo progetto di intervento musicoterapico è avvenuto con:
- la collaborazione degli esperti dell’équipe interna del servizio, ossia della coordinatrice, della psicologa;
- la supervisione esterna di un musicoterapista (Bonardi G.);
- la supervisione esterna di un educatore del servizio laureato in scienze dell’educazione, nella figura del dott. M. F.
Simona
Simona (nome di fantasia, in ottemperanza alla legge della privacy) è una ragazza di 34 anni affetta da cerebropatia che presenta una situazione caratterizzata da un gravissimo ritardo mentale, cognitivo, con assenza del linguaggio strutturato e da una significativa compromissione a livello socio-emozionale con aggressività soprattutto auto diretta che rende le abilità relazionali di base minime.
Simona nel contesto familiare
Simona ha un rapporto “aperto” con quasi tutte le figure familiari, ricerca la loro attenzione e accetta il contatto con loro. Simona utilizza alcuni gesti particolari per manifestare bisogni primari o desideri e se non sono soddisfatti, soprattutto quelli in relazione ai giornali, assume un atteggiamento auto-lesivo. Alla ragazza piace molto il caffè e mostra un interesse particolare per le riviste; se è tranquilla mette queste riviste/giornali in ordine sempre in un posto (nel focolare che si trova in cucina); mentre, se è nervosa, le getta ovunque dopo averle strappate. La ragazza guarda le riviste in modo molto attento e non vuole lo stesso giornale anche se le viene proposto a distanza di tempo. I familiari comunicano con Simona verbalmente anche se lei non ha alcuna forma di linguaggio strutturato e si esprime prevalentemente a livello gestuale. Simona rimane per molto tempo nel cortile di casa sua stando seduta in disparte mentre alcuni bambini che conosce giocano tra loro. Con gli estranei la ragazza mostra un atteggiamento diffidente e si aspetta da loro sempre dei giornali.
Simona nel Centro-socio-educativo
Simona è stata inserita nel C.S.E. gradualmente a partire dal gennaio 1998, una o due volta la settimana, per circa due ore e accompagnata dalla mamma o da una zia paterna. Nel mese di Aprile Simona ha iniziato ad essere presente al centro per tutti i giorni della settimana dalle ore 9-00 alle ore 15-00. La ragazza giunge al centro portando con sé i giornali e, durante la giornata, li cambia in continuazione cercandoli nelle varie stanze. I giornali sono sempre con lei e, quando deve fare qualcosa, li appoggia in terra accanto a sé, controllando sempre che ci siano ancora. Generalmente Simona non mostra interesse per gli oggetti che non siano giornali o riviste e appare molto infastidita se qualcuno li prende o li guarda. In relazione a questo fatto è capitato, infatti, che cominciasse a piangere o a mostrare segni evidenti di inquietudine emettendo strani suoni simili a sibili. Durante l’attività educativa la ragazza solitamente gira per la stanza con i suoi giornali, non si interessa a ciò che viene proposto e rimane in disparte indifferente a quanto le accade intorno…
Sandra Pasinetti
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[1] Cooperativa Sociale CO.GE.S.S., Programma delle attività, ‘97/’98; ‘98/’99.