Musicoterapie in Ascolto

Siamo persone in dialogo ritmico perenne

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Siamo persone in dialogo ritmico perenne

Nella concreta vita sociale non c’è un individuo astrattamente isolato, ma persone in relazioni «musi­cali»: perché non c’è un corpo singolo, ma corpi che sono in dialogo ritmico perenne.

Noi «danziamo» e «cantiamo» la nostra vita insieme agli altri.

Al di là di ogni consapevolezza e volontà.

Siamo orchestrati da ­e orchestriamo noi stessi - forme ritmico-musicali che scandiscono come metronomi invisibili il timing della nostra vita di relazione e che affondano nei nostri corpi biologici.

Vive e costanti proprio nel nostro abituale e quotidiano stare insieme, ma intensificate in alcune con­dizioni e situazioni, nei rituali ad esempio, o nell’inna­moramento e nell’amicizia, nella stupefacente interazione musicale - vera «protomusica» umana - tra madre e bambino.

In certi tipi di lavoro di gruppo, poi.

Infine nei festeggiamenti.

Che non sono - è il momento di dirlo - le «feste» o solo quelle.

Sono anche altro, sono l’occasione di un racconto ammaliante o di un canto cui non si resiste muti, un ritmo d’altri cui corrispondiamo, un grappolo di barzellette cui si ride a coro, persino una conversazione scoppiettante in un salotto o una chiac­chierata «musicale» al bar, insomma ogni occasione in cui si formi una sia pur breve e volatile comunità ritmica e si enfatizzi il tratto musicale delle relazioni umane, e allora queste scorrono come se seguissero uno spartito musicale di parole e azioni conosciute a memoria.

Però presenti sempre, queste forme ritmico-musicali, benché in forme leggere, anche nelle nostre quotidiane relazioni comunicative, ad esempio nelle conversazioni ordinarie, piccole «danze», in cui i corpi s’esprimono e parlano «suonando», soprattutto tra persone che si apprezzano, e che lo esprimono non tanto o non solo in significati su cui s’accordano, ma in ritmi che condividono.

Scanditi da «segnali di ritorno» sonoro - ah! oh! sì? uh! suoni gutturali e tutte le vocali usati in aspi­razione o espirazione, oh! uh! ohi!, e ma va!, sì? noo! e da segnali di ritorno gestuali e prossemici -, sorrisi, movimenti di sopracciglia, picchi di tensioni muscolari a specchio, alternati a rilassamenti, e così via”.

 

Paolo Apolito

Ritmi di festa

Corpo, danza, socialità

Il Mulino

Bologna, 2014

p. 50, 51


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