È difficile definire la parola ritmo in quanto non rimanda a un’idea univoca e determinabile ma risuona con la pluralità, il movimento e la complessità.
Il ritmo non è una caratteristica esclusivamente musicale ma permea qualsiasi aspetto della nostra vita fisica e metafisica.
Il ritmo presuppone la reciprocità, il rispetto, l’equilibrio, la dinamicità, la condivisione, l’intesa, lo scambio, l’alternanza perché il ritmo è tutto ciò ed è sinonimo di cura, di vita, di flusso, di spiritualità.
Radicato in noi, nelle nostre profondità psicofisiche, il ritmo è una realtà vitale, un dinamismo mutevole che articola le parti che lo compongo in modo equilibrato e rispettoso, dando origine a forme dinamiche o apparentemente statiche.
Il ritmo è il pulsare regolare, continuo, incessante, oscillante tra il dualismo apparente e la tripartizione cullante del nostro battito cardiaco, che, se l’ascoltiamo con attenzione, ci riporta a noi, alla nostra unità, al nostro essere, nient’altro, che ritmo.
Il ritmo è un’articolazione del tempo ossia un’alternanza qualitativa regolare di due o più fenomeni differenti in perpetuo movimento reciproco che ruotano rispettosamente intorno a un punto atemporale che determina i rapporti tra gli elementi implicati nell’interazione.
Il ritmo crea forme in perenne divenire che, a loro volta, si collegano per analogia e formano la vita.
Il ritmo è:
Il ritmo è…
Giangiuseppe Bonardi
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